giovedì 16 giugno 2011

Nessuno si salva da solo

Ho da poco finito di leggere l'ultimo romanzo di Margaret Mazzantini, Nessuno si salva da solo (Mondadori, 2011). L'ha letto anche mia madre, che in genere si addormenta alla prima pagina di qualsiasi libro. Sono affezionata a questa scrittrice, che mi ha conquistata qualche anno fa con Non ti muovere e che da allora non ho mai smesso di seguire. Complice (forse) anche il sodalizio artistico con il marito, Sergio Castellitto, che ha saputo trasporre su pellicola così bene il libro, non tradendolo neanche in una delle sue parti, aspetto ogni volta con ansia un loro nuovo lavoro (tra pochi mesi dovrebbe uscire nelle sale anche il film tratto da un altro romanzo della Mazzantini, Venuto al mondo).


Il tema affrontato dalla Mazzantini in questo suo ultimo romanzo potrebbe definirsi scontato, banale, quantomeno rispetto alle trame più intricate dei suoi precedenti lavori. La vicenda si svolge nell'arco di una cena, cena a cui i due protagonisti, probabilmente, avrebbero voluto non partecipare mai. Una coppia separata si incontra per organizzare le vacanze estive dei figli, per "spartirsi i giorni", ma subito ci si accorge che questo proposito viene accantonato: rivedersi, ritrovarsi in una situazione di apparente normalità, offre il fianco a digressioni, racconti pieni di tristezza, di rimpianti, di arrabbiature, di accuse reciproche. Due ragazzi incontratisi per sbaglio che hanno ceduto alla loro passione credendo che potesse durare per sempre, si sono ritrovati da soli, pieni di rancore nei confronti dell'altro. Dell'altro che si prende una serata a settimana per uscire con le amiche, dell'altro che si chiude nel suo mondo davanti al suo computer per cercare di buttare giù qualche buona idea.
Lo stile della Mazzantini rimane sempre molto agile e vivace. Il fatto che i personaggi siano così esasperati e delusi dalla vita, le fa calcare forse un po' troppo la mano nei dialoghi che in alcuni punti rasentano quasi il turpiloquio (cosa sicuramente funzionale, ma forse un tantino esagerata per una buonista come me!).

Mia madre, dopo averlo finito, mi ha chiesto cosa ne pensassi. Mi è parso di capire che fosse delusa dal finale. Io, invece, non mi aspettavo niente di diverso da quello che ho trovato scritto.

2 commenti:

Luigi ha detto...

Mmm... Non so, non so se riuscirò mai a leggere un libro della Mazzantini. I suoi libri "assomigliano troppo a un film italiano che non vedrei mai" (cit.). E non a caso è sposata con Castellitto.

Quest'ultimo mi sembra particolarmente angosciante, peraltro. L'ho sfogliato un po' in treno, ma penso che potrebbe attirarmi solo se, nel finale, uno dei due afferra un coltello dal tavolo e fa una strage nel ristorante. Finisce così?

Valeria ha detto...

mmm... coltelli non ce ne sono. In compenso lei rovescia addosso a lui una coppa di gelato! :P

 
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