mercoledì 3 agosto 2011

La gioia piccola d'esser quasi salvi

Il mio primo libro nottetempo. L'ho scelto per il titolo, evocativo e accattivante, e anche perchè ho conosciuto l'autrice, Chiara Valerio, ed ero curiosa di leggere qualcosa di suo.




La vicenda si svolge in un piccolo paese di provincia e ruota intorno a quello che resta di una famiglia, dopo la fuga del padre, in giro per il mondo per cercare un tesoro, e la morte violenta della madre, caduta dal balcone per raccogliere una scarpa. Rimangono una nonna e sua nipote e l'una si appoggerà all'altra per cercare di sopravvivere. La piccola Giulia non ha dimenticato, ma va avanti, cresce, grazie alla vicinanza del suo amico di sempre, Marco, che forse vorrebbe non essere più solo un amico. La nonna Agata, invece, comincia a dimenticare tutto: parole, fatti, persone. Ma non il dolore, quello rimarrà sempre, nonostante si faccia di tutto per dimenticarlo. A completare il quadretto si inserisce Leni, prostituta polacca che andrà ad interferire nella difficile dinamica della coppia di amici.
La storia coinvole, lo stile cattura (nonostante a volte scarseggi la punteggiatura al posto giusto) e non mi sono stupita di averlo letto in due serate. La storia angoscia, con tutti quei suoi richiami al sangue, al demonio, all'inferno e al paradiso. La storia parla anche di sentimenti abortiti perchè non corrisposti, di amicizie che non finiscono mai e di amori "sbagliati". In un continuo sali-scendi temporale, seguendo i momenti di lucidità che la malattia ancora lascia alla nonna Agata, i piccoli grandi drammi della famiglia vengono pian piano svelati al lettore e ai personaggi stessi. Una volta che la verità sarà stata svelata forse sarà più facile per Giulia continuare a vivere.
 
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