martedì 29 luglio 2014

Persino Milano può essere low cost

Ebbene sì. Anche la città italiana dell’alta moda per antonomasia, del lusso più sfrenato, delle sfilate, di via Montenapoleone e degli hotel griffati può essere alla portata di tutti. Quanto segue è quello che ho imparato nei miei due mesi in questa città: una classifica (assolutamente parziale) di piccoli accorgimenti per tentare di non dilapidare il proprio patrimonio (o, peggio, quello dei propri genitori). 



1.      Mangiare bene, con poco. 
      Sarò sincera: a Milano sedersi in un qualunque locale per mangiare comporta quasi automaticamente un salasso, per affrontare il quale è necessario un training autogeno di un certo livello. Se però si è abbastanza furbi da fuggire le trappole per turisti o i ristoranti dai nomi altisonanti, si possono scovare posticini niente male, il cui il rapporto qualità/prezzo non è necessariamente sbilanciato a favore di quest’ultimo. Per esempio, in pieno centro, a due passi dalla Galleria Vittorio Emanuele II, si trovano concentrati una serie di locali ormai diventati delle vere e proprie istituzioni della gastronomia locale, anche se di locale hanno ben poco, come il forno Luini, regno del panzerotto pugliese trapiantato al nord, e l’Antica Focacceria San Francesco, piena di prelibatezze siciliane a pranzo e a cena. Per i napoletani in trasferta, ma con nostalgia di della pizza di casa, c’è Spontini. E per chiudere in dolcezza, basta entrare da Cioccolati italiani e scegliere una qualunque delle loro proposte. Impossibile rimanere delusi.

2.      Musei gratis per tutti! 
      Basta avere l’accortezza (e la scaltrezza) di dare un’occhiata al sito internet del museo che si vuole visitare. Spesso e volentieri, infatti, vi si trovano condizioni di ingresso agevolate a determinati orari del giorno (come per il Museo del Novecento) o in uno specifico giorno della settimana (in genere la prima domenica di ogni mese), oppure convenzioni con vari enti o carte fedeltà che vi assicurano almeno uno sconto sul biglietto, anche se da tempo avete ormai superato i 26 (e siete ancora molto lontani dai 65)!

3.      Non solo musei. 
      Che siate credenti o no, entrate nelle chiese di Milano. Oltre a ritemprare corpo e spirito, è un modo decisamente low cost per capire la storia della città. Come spesso accade per città tanto antiche, anche a Milano vari stili convivono, anche a pochi passi l’uno dall’altro. Vi capiterà così di scoprire che non c’è solo il maestoso Duomo: basta spostarsi di pochi passi per scoprire, per esempio, la chiesa di Santa Maria presso San Satiro, che contiene un abside unico nel suo genere. A voi scoprire il perché.

4.      Hop on, hop off? Meglio ATM! 
      Metodo decisamente low cost per girare in lungo e in largo la città quando si comincia a essere un po’ stanchi per proseguire a piedi. La linea di metropolitane è molto efficiente e vi permette di raggiungere punti anche molto distanti tra loro in pochissimi minuti, ma è soprattutto il servizio di superficie che riserva grandi soddisfazioni: ai moderni autobus, che servono principalmente la parte più periferica, si affiancano, infatti, vecchi tram degli anni Trenta ancora perfettamente funzionanti. Prenderne uno ogni tanto è il mio personale modo di tornare indietro nel tempo.

5.      Milano fucina di “stranezze”. 
      Se siete a Milano per un week end e correte da una parte all’altra come schegge impazzite per cercare di non perdere neanche una delle sue bellezze, rilassatevi e non sottovalutate quello che può darvi anche il semplice passeggiare (attività low cost per eccellenza, a patto che sia svolta lontano dalle vetrine dei negozi!) per le strade più frequentate della città. Vi capiterà di imbattervi in vecchie cartomanti vestite di colori sgargianti o pittori di strada che vendono le loro opere a buon mercato lungo via dei Fiori Chiari; vi potrà capitare di assistere ai più disparati spettacoli acchiappa-turisti sul corso dello shopping; vi capiterà di vedere ragazzi vestiti in modo improbabile essere fermati da giovani fashion blogger alla ricerca delle nuove tendenze della moda. È tutto perfettamente normale, è solo Milano.



6.      Milano alle soglie dell’Expo. 
      Se da un lato i preparativi per l’Expo fervono e i mille cantieri aperti rendono difficile camminare per alcune zone della città, dall’altro si respira fin d’ora un clima gioioso e di festa. Sarà merito delle centinaia di bandiere multicolori che sventolano lungo le vie del centro? Non so. Quello che è certo è che è divertentissimo provare a indovinare a quale stato corrisponda ognuna di loro. E che la grigia Milano non sembra più così grigia.

7.      L’estate a Milano. 
      Può essere una maledetta tortura per il clima torrido, le zanzare e l’umidità alle stelle (ok, quest’estate è stata anomala. Ma le zanzare ci sono e sono assatanate: ho le prove), ma anche una meravigliosa opportunità. Potenzialmente si potrebbe fare ogni sera una cosa diversa e si tratta tendenzialmente di cose molto fighe. E spesso si tratta di cose molto fighe e gratuite, come per esempio il concerto dei Subsonica in piazza Duomo, al quale non ho potuto sottrarmi. Direi che al netto del mio esame di Diritto del lavoro, avrei sicuramente preso parte alla proiezione di qualche vecchio film sulla terrazza del Duomo, giusto per dirne una. Insomma, se in genere mi sento di sconsigliare di visitare città d’arte quando fa molto caldo, nel caso di Milano forse vi direi di fare un’eccezione. Basta che vi ricordiate di bere tanta acqua e mangiare tanta frutta e verdura, come raccomanda il Tg2.


8.      And the winner is… 
      Nella mia personale classifica dei posti più belli della città (premesso che mi mancano da vedere ancora un sacco di cose… sob!) il primo posto se lo aggiudicano senza dubbio i Navigli. Non so spiegare bene cosa mi abbia colpito perché ovviamente non si tratta di qualcosa di tangibile. E in più devo dire che le zanzare l’ultima volta ce l’hanno messa tutta per farmi ricredere. Ma si respira qualcosa di bello e spensierato nell’aria, soprattutto al tramonto, con le botteghe dei pittori ancora aperte, i turisti stranieri che cenano e noi giovani italici a fare aperitivo. 


 
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