domenica 26 febbraio 2012

La tua assenza

Perdere una persona che abbiamo amato tanto è sempre un evento tragicamente doloroso. Inizialmente si piange, a dirotto e inconsolabilmente. Poi si cerca di farsi forza e di essere un punto di riferimento, una presenza efficiente e discreta, per chi, pensiamo, possa soffrire più di noi. In una fase ancora successiva, ci si ritrova a raccogliere condoglianze, il più delle volte banali e vuote, o delle preziose confidenze di chi ha conosciuto e amato la stessa persona che abbiamo amato noi. E lì capisci che forse quella persona non la conoscevi così bene come pensavi, che hai perso un sacco di cose di lei, inconsapevolmente. Oppure, al contrario, può capitare che le persone ricostruiscano un ritratto che ti è talmente familiare che non lascia adito a dubbi o fraintendimenti. Quella persona sarà ricordata per le caratteristiche che più la rappresentano. Ed è rassicurante sentir dire da altri cose che tu stesso hai pensato di lei, vuol dire che non ti sei sbagliato.
Tutti dicono che il momento più brutto comincia quando tutti se ne vanno. Allora devi fare davvero i conti con l'Assenza. C'è chi cerca rifugio e consolazione in vecchie foto di momenti felici condivisi e c'è chi rimugina su passato, presente e futuro della propria esistenza, ritrovandosi a chiedersi: "chissà se sono riuscita a dimostrargli quanto gli ho voluto bene".

martedì 14 febbraio 2012

Bocciati e promossi

Ora sta venendo fuori il critico televisivo che è in me, che pure in genere sono buona come Mollica (nel senso del giornalista, ma anche nel senso di "buona come il pane") e mica cattiva come Grasso.
Durante il Festival della canzone italiana voi, illustrissimi direttori generali/artistici, non mi potete sparare QUARANTA minuti di monologhi deliranti di Adriano Celentano che spara a zero su chiunque solo perchè a lui (e solo a lui) è concesso fare e dire tutto senza che nessuno dica niente. Per non parlare della sua entrata in scena: una serie di effetti speciali simulavano l'imminente terza guerra mondiale con tanto di cacciabombardieri che facevano esplodere l'Ariston. Avrebbe potuto cantare tutto il tempo e l'avrei ascoltato senza fiatare. "Facciamo finta che sia vero" merita davvero, con l'inconfondibile apporto di Battiato.
Altre cose che si sarebbero proprio potuti risparmiare: la Canalis che personificava l'Italia, l'intervento dalla platea di Pupo che cercava di contrapporsi a Celentano, uscendo ovviamente distrutto dal confronto.
Promuovo, invece, le canzoni, almeno parte di quelle che sono riuscita a sentire finora: Dolcenera, Bersani e Noemi mi hanno quasi del tutto convinta al primo ascolto. Parlando da sua estimatrice, mi aspettavo qualcosa in più da Renga. Tutto sommato senza infamia e senza lode le canzoni (e le voci) di Civello e Fornaciari.
Promuovo i soliti Luca e Paolo canterini e Rocco col cappotto e la cartellina da "tecnico".
Ivanka si è smontata ancora prima di cominciare, quindi un non classificato per lei.

lunedì 6 febbraio 2012

Non credo nelle coincidenze

Ieri sera una persona degna della massima stima (e per me cerebralmente molto attraente) mi ha iniziato alla poesia della polacca Wislawa Szymborska, già premio Nobel per la Letteratura nel 1996. E stamattina, aprendo la mia posta elettronica, trovo una richiesta di invio di curriculum per uno stage. E io non credo nelle coincidenze.


Scrivere un curriculum


Che cos'è necessario?
E' necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.
A prescindere da quanto si è vissuto
è bene che il curriculum sia breve.
E' d'obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e malcerti ricordi in date fisse.
Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.
Conta di più chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all'estero.
L'appartenenza a un che, ma senza perché.
Onorificenze senza motivazione.
Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.
Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l'orecchio in vista.
E' la sua forma che conta, non ciò che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.
(Wislawa Szymborska, da "Vista con granello di sabbia")
 
Licenza Creative Commons
This opera is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.5 Italy License.