mercoledì 11 aprile 2012

Sicilia

Il consueto viaggio di Pasqua ci ha portato quest'anno in Sicilia. Ma si fa presto a dire Sicilia... La Sicilia è una regione grandissima, la più grande di tutte le regioni italiane. E così, per fare, che so, Messina-Palermo, uno ci potrebbe impiegare benissimo più di tre ore. Perciò il buon Peppe, nostro mentore e accompagnatore, ha ritenuto opportuno concentrarsi solo sulla parte nord-orientale dell'isola, per limitare al massimo gli spostamenti e ottimizzare i tempi. Ma andiamo con ordine...
Le modalità del viaggio sono sempre le solite: pullman, pullman, pullman! Possibilmente pieno di vecchi, in modo che l'età media non sia mai inferiore ai 65 anni. Luigi, grazie alla sua spropositata altezza, si aggiudica ancora una volta il posto centrale dei cinque sedili in fondo, che inesorabilmente si rivelerà sempre il più scomodo di tutti, e io mi accomodo vicino a lui. Superata la prima nottata di viaggio, tutto il resto sono bazzecole. Prima di imbarcarci per Messina, ci fermiamo a Reggio Calabria per vedere i Bronzi di Riace, in ristrutturazione e perciò sdraiati e protetti da una teca di vetro. Li facevo più alti e invece non superano neanche i due metri. Delusione, insomma.
La traversata è rapida e indolore, e già prima di pranzo arriviamo nel nostro hotel, vicino Milazzo. Questo non ha deluso per niente le nostre aspettative: camere enormi con letto enorme (vedi foto), balcone con vista mare, piscina, e, scopriamo poco dopo, cibo buonissimo. Dopotutto, deve pur avere qualche lato positivo il fatto di rimanere in Italia, dopo tanto girovagare per l'Europa!



Nel pomeriggio, la nostra prima tappa: Milazzo. Cittadina portuale che non ci ha entusiasmato più di tanto. Probabilmente eravamo troppo stanchi per girarla per bene e ci siamo limitati a uno sguardo superficiale alla parte bassa della città. Questa stanchezza profonda potrebbe anche spiegare la mia caduta in catalessi alle 21:30, nonostante ci fosse un bel fusto sdraiato al mio fianco in un letto enorme. Ma vabbè...

Il secondo giorno ci aspetta Taormina ed entrambi abbiamo grandi aspettative su questa città. Innanzi tutto, arrivando, mi sono stupita dell'organizzazione del posto: alle porte del centro città c'è un ampio parcheggio per i pullman che scaricano lì orde di turisti, i quali possono sia proseguire a piedi, sia usufruire gratuitamente di una navetta per il centro. Davvero un ottimo servizio. La città è arroccata su una scogliera a picco sul mare e il corso, pieno dei soliti negozietti di souvenir, ma anche di laboratori di artigiani e di artisti, segue il profilo del promontorio, aprendosi di tanto in tanto in piazze e slarghi affacciati su panorami mozzafiato. Lo stesso teatro greco di Taormina offre uno spettacolo bellissimo: incastrato tra il verde della collina e l'azzurro del mare, è una cornice affascinante e senza tempo. Penso che ascoltare un concerto lì sarebbe il massimo!




Il pomeriggio tra Acireale e Barcellona Pozzo di Gotto non è stato altrettanto esaltante, ma ci ha permesso di assistere a una processione molto sentita e partecipata in occasione del venerdì santo nella quale i barcellonesi sfilano attorno al paese portando diverse e pesanti statue raffiguranti le varie stazioni della via crucis, intonando canti, in una festa che comincia nel primo pomeriggio e termina a tarda sera.


Il terzo giorno è la volta della gita alle isole Eolie. Anche se il tempo non è dei migliori, ci garantiscono che il lunedì dopo sarebbe stato peggio, quindi abbiamo dovuto cogliere l'attimo. Una guida, Angela, ci porta alla scoperta di Lipari, la più grande delle sette isole che compongono l'arcipelago vulcanico. Anche questa, a prima vista, sembra molto graziosa: la piazza del porto è piena di locali che stanno cominciando a riaprire adesso, per la bella stagione; un castello, ora adibito a museo, si erge nella parte più alta dell'isola; sul corso non mancano boutique di gran classe e negozi di souvenir, tra cui spiccano nere pietre lucenti, l'ossidiana nata dalla solidificazione della lava del vulcano. Proprio sul più bello, ci coglie la pioggia, ma proseguiamo comunque il nostro viaggio verso Vulcano, un'altra isola il cui nome dice tutto. Su di essa, infatti, un vulcano ancora attivo sparge nell'aria un acre odore di zolfo e copre la visuale con fumi bianchi che spuntano da buche nel terreno. Molti tedeschi, incuranti delle basse temperature esterne, fanno il bagno nelle pozze di acqua sulfurea bollente. Mi sarei buttata anche io se non ci fosse stato tutto quel vento! E invece abbiamo solo potuto fare qualche foto sulla spiaggia: i residui di ferro e di altre sostanze provenienti dal vulcano hanno conferito alle spiagge colori fantastici, fatti di sfumature del nero e del rosso, che sembrava di essere su Marte! Il rientro a Milazzo è stato abbastanza traumatico: mare forza tre con conseguente subbuglio interiore. Solo la breve durata della traversata ha fatto sì che non finisse nel peggiore dei modi.




Il giorno di Pasqua è passato tra il sacro della messa al santuario di Tindari e il profano della consueta abbuffata di tutte le feste. Tindari è un paese di poche centinaia di anime, anch'esso sperduto sopra il cucuzzolo di una montagna dove pare che soffi sempre un gran vento (come scrisse Salvatore Quasimodo nella poesia Vento a Tindari, e come peraltro abbiamo avuto modo di appurare anche noi). Il santuario ospita una statua lignea di una madonna "nera" con bambino, ritrovata in un forziere nella vicina spiaggia. Lì vicino, perfettamente conservati, i resti di un'intera città romana, con tanto di terme e teatro.
Il pomeriggio, per digerire, passeggiata a Capo d'Orlando. Tanto vento e negozi chiusi, un tantino desolante.


La giornata di Pasquetta, invece, l'abbiamo passata a Cefalù, altra tappa molto gradita del nostro piccolo tour. A differenza di Taormina, Cefalù ha il vantaggio di avere sia un litorale scoglioso da una parte del promontorio, sia un bel lungomare sabbioso non appena girato l'angolo. La cattedrale, caratteristica per il suo stile a metà tra il romanico e l'arabeggiante, affaccia su una piazza piena di bar con i tavoli all'aperto dove è possibile godere del caldo sole primaverile. Certo anche qui il vento non mancava...

Nel pomeriggio, per la nostra ultima tappa, ci siamo fermati a Santo Stefano di Camastra, paese famoso per la lavorazione di ceramiche, giusto il tempo per dare la possibilità ai nostri compagni di viaggio di fare incetta di ogni genere di oggetto decorato.

Per tirare le somme (dato che ho scritto più di quanto avrei voluto), la vacanza è stata senz'altro di mio (nostro) gradimento. Certo mancava la compagnia giusta, ma tutto sommato abbiamo visto posti che da soli sarebbe stato difficile vedere e ci siamo fatti un'idea su una prossima possibile vacanza in quei posti. Magari d'estate, così per poter saggiare anche il mare (vedere quel blu e non potercisi tuffare...!). Già ci vedo: prendere possesso della nostra camera del Bed & Breakfast di Lipari, affittare un motorino e scorrazzare per l'isola... Ovviamente, guido io!


POSTILLA
Il fantastico mondo delle radio, secondo Luigi, dovrebbe lasciare un posto a RadioCatania, una frequenza che passa no stop canzoni di Carmen Consoli e Franco Battiato. Un tantino estrema come linea editoriale, ma sentite che bello sarebbe...



4 commenti:

Gabriele ha detto...

ciao valeria!!
ovviamente appena ho visto il feed l'ho subito letto.
mi hai fatto venire una voglia di quelle terre lontane e che noi conosciamo ben poco.
avete fatto proprio un bel giro e mi hai trasmesso una nuova voglia di buttarmi on-the-road (nel senso del viaggio si intende :D)

Valeria ha detto...

Eh! Con voi sarebbe stata tutta un'altra cosa... peccato! Tutta colpa di questi maledetti stage... ;)

Grazie per il commento, a presto!

Luigi ha detto...

Il viaggio è stato davvero molto bello! Di fronte a Cefalù e Taormina mi sembra che tutto il resto scompaia: mi sono davvero innamorato di quei due paesini, piccoli ma incredibilmente affascinanti. E poi c'è il mare, che lì ha un colore completamente diverso da quello cui siamo abituati: un verde acqua pazzesco, vederlo senza potercisi tuffare era una tortura! Urge tornarci d'estate...

Quest'anno ho sofferto particolarmente il viaggio d'andata: in pratica non ho chiuso occhio quella notte! Colpa anche dei sedili di pelle che facevano sudare alla grande... Io non so come faccia Valeria: basta posizionarla su un mezzo dotato di ruote e lei cade in catalessi. Pazzesco! Beh, almeno c'è il vantaggio che se dorme prima dopo è sveglia... O no?

Il vento era micidiale. Davvero, gente: le foto non rendono giustizia a quello che si provava lì.
E non si è parlato abbastanza delle grandi mangiate: la pasta con le sarde e il timballo di pasta hanno vinto, erano deliziose!

Ma dico: avete visto che letto abnorme?

Giulia ha detto...

In effetti si, il bello di viaggiare in Italia è che di sicuro (o quasi) mangerai bene e questo è possibile in tutte le 21 regioni.
Ma invece, lo sai che io non sono mai scesa più giù di Napoli???
Un bel viaggetto in Sicilia credo che un giorno o l'altro dovrò proprio farlo, magari in macchina, di modo da poterla girare tutta in libertà.
ps: il vento deve aver caratterizzato un po' tutte le regioni italiane in quei giorni.. A Montepulciano non si riusciva a camminare in alcune stradine

 
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