Col frecciargento si percorre mezza Italia in 3 ore che, se si ha un buon libro da leggere, passano in un baleno. All'arrivo ci si trova sempre un po' spaesati, per quanto uno possa aver studiato minuziosamente la cartina della città sconosciuta meta del suo viaggio. Morale della favola: bisogna chiedere indicazioni a qualcuno. Chi meglio del barista della stazione?
"Scusi, dov'è porta nuova?"
Risponde: "E' là... la vedi la bandiera? Frate-e-lli... d'Ita-a-liaaaaa..." Chissà come mai, abbiamo la sensazione che il suo sia un modo per prendere in giro due terroni in gita... Ci guardiamo e ridacchiamo, pensando "cominciamo bene!".
Continuiamo a camminare verso il centro, e in pochi minuti arriviamo al nostro B&B. Scelto tra una miriade di possibilità per via della sua posizione strategica (vicinissima al centro e a poche centinaia di metri dalla stazione) e per via dei prezzi concorrenziali, ci accorgiamo ben presto di essere ospiti di una squisita signora, nel suo appartamento. Sì, a Verona funziona così (forse succede anche in altri posti, ma fino ad ora non mi era mai capitata una cosa del genere): la gente compra degli appartamenti grandi, si riserva una camera per sè, e il resto delle stanze vengono lasciate agli ospiti del B&B. A voi è mai capitato? Insomma, tornando a noi, la signora ci ha fatto vedere la nostra camera (la suite Romeo e Giulietta - come sbagliarsi? - con un grande bagno, tv satellitare, condizionatore e computer portatile per connettersi ad internet!), ci ha lasciato un mazzo di chiavi, ci ha dato una cartina della città mostrandoci i posti da vedere, ci ha fatto sentire a casa. Ma la cosa che più ci ha colpito è successa il giorno dopo, a colazione. Infatti, attorno al grande tavolo del soggiorno si radunano tutti gli ospiti del B&B e si può mangiare mentre si chiacchiera con persone appena conosciute: ci si racconta perchè si è a Verona, quando si riparte, se ci è piaciuta la città. Noi in due giorni abbiamo incontrato un professore universitario di Bologna, due ragazzi venuti da Padova per il concerto dei Subsonica, altri due - una francese e un tedesco - semplicemente in vacanza. Persino io, che sono notoriamente un po' orsa con chi non conosco, sono stata entusiasta di questa cosa.
Passando alle impressioni sulla città, devo dire di essere rimasta piacevolmente colpita. Tipica città del nord, organizzata e pulita, dove tutti vanno in bicicletta (è facile incontrare intere famiglie in fila indiana sulle piste ciclabili) e dove una buona fetta della popolazione cena con uno Spritz. La città, però, offre molto più di questa serie di banali stereotipi. Innanzi tutto, ci si lascia spesso convincere da chi dice che il centro di Verona si può visitare in poche ore: potrebbe essere effettivamente così, se uno si limitasse solo ai quattro monumenti segnati sulle cartine per turisti.
In realtà ci si rende ben presto conto che "un giro in centro" non basta quando, ripassando per un vicolo, ci si accorge che si stava rischiando di perdere una chiesa, un palazzo o uno scorcio particolari. Noi siamo stati solo due giorni e siamo riusciti a vedere un bel po' di "bellezze" (anche nascoste) della città, ma credo che con qualche altro giorno a disposizione avremmo potuto fare di meglio. Soprattutto perchè, un po' per il caldo inaspettato (intorno ai 25° C) e un po' perchè non c'abbiamo più il fisico, dopo un'ora di cammino dovevamo fermarci per mezz'ora all'ombra in qualche parco...
Ad ogni modo siamo riusciti a vedere:
L'Arena di Verona, fuori, dentro e tutt'intorno. Prendo in prestito la frase di una turista spagnola che lo descriveva ai suo compagni come un "piccolo colosseo" (cosa che in effetti è). Teatro romano, costruito nel primo secolo d.C. Per chi ha visto il colosseo direi che può tranquillamente evitare di spendere quell'enormità del costo del biglietto, considerando che dentro si faranno solo un paio di foto mentre in platea degli operai montano il palco per il prossimo spettacolo;
il balcone di Giulietta, che si affaccia in un cortile sempre gremito di persone in fila per fare la foto mentre si tocca il seno di una statua della povera ragazza (che porti fortuna? bah...). Architettonicamente parlando abbastanza impersonale, il luogo ha certamente un valore simbolico, ed è giusto che sia così. Magari, però, eviterei di permettere alle coppiette innamorate di incidere i loro nomi nella pietra lì intorno...
Corso Mazzini e Pazza delle Erbe, il centro commerciale della città, il primo con le boutique e i negozi più prestigiosi, la seconda con le bancarelle dei souvenir e dei prodotti tipici della cucina veneta. Nella piazza si incontrano una fontana e un obelisco sulla cui sommità sta appollaiato un leone, simbolo di San Marco e simbolo della vicina città di Venezia;
la basilica di San Zeno, patrono della città di Verona, è una delle cattedrali più bizzarre che io abbia mai visto. Innanzi tutto si sviluppa in lunghezza ed è costruita su tre livelli: al livello strada si trova l'ingresso, immenso, ma spoglio, con solo delle cappelle laterali; verso la metà della lunghezza della chiesa si trovano delle scalinate: una, che scende, porta verso la cripta dove è custodito il corpo di San Zeno, mentre l'altra, che va verso l'alto, porta alla chiesa vera e propria con altare, abside, panche per i fedeli. Purtroppo non abbiamo potuto vedere quest'ultima parte perchè off limits causa matrimonio, ma pare che proprio vicino all'altare sia custodita una tavola del Mantegna. Sicuramente da visitare;
il Castelvecchio e il ponte scaligero: costruiti nel XIV secolo su ordine di Cangrande II della Scala, il primo per difenderlo, e il secondo per scappare, in caso di sommosse popolari. Sono entrambi perfettamente conservati e il castello ospita un importante museo civico;
Siamo anche riusciti nell'impresa titanica di salire 200 gradini per arrivare in una zona panoramica della città e scattare qualche foto dall'alto. Il colpo d'occhio è davvero fantastico e soprattutto da lì ci si rende conto di quante chiese siano disseminate per la città. E' davvero impressionante la densità di campanili in pochi chilometri quadrati. Sono arrivata al punto di chiedermi se fosse Verona, e non Praga, a dover essere chiamata "la città delle cento torri".
Bene, credo di avere scritto fin troppo. Ora sta a voi dire la vostra! Aspetto i vostri commenti...
Per quanto riguarda le motivazioni del viaggio, vi rimando al blog di Luigi, che vi spiegherà tutto. ;)