giovedì 13 maggio 2010

Da un libro che ho riletto

"fatti
di pezzi d'uomo
messi insieme
con pazienza orefice
braccia e orecchie conserte
eclissi parziale di occhi
camminavamo sul filo
con in bocca il cucchiaio
sul cucchiaio l'uovo
sull'uovo il peso del cielo"

da: Gli anni in cui eravamo distratti, Luciano Ligabue


La voglia di recuperare questo blog si scontra con una costante mancanza d'ispirazione. Allora lascio parlare lui al posto mio, lui che sembra avere sempre qualcosa da dire e che sembra farlo così bene.

4 commenti:

Luigi ha detto...

Che poi, a volerla dire tutta, io questa poesia non è che l'ho mai capita... L'idea che mi trasmette è essenzialmente di inquetudine ("pezzi d'uomo messi insieme" sembra una cosa da macellaio) e precarietà (le ultime quattro righe), ma se te la dovessi spiegare razionalmente non lo saprei fare. Ma forse le poesie devono solo trasmettere emotivamente, no?

Un nome, un destino: la parola da scrivere per pubblicare il commento è "whiki"...

matteo ha detto...

a ma allora li rileggi i libri!

Valeria ha detto...

x Luigi: non mi sono mai posta il problema di "spiegare" una poesia. una poesia deve essere principalmente evocativa e questa, secondo me, lo è. e poi questo è solo un estratto, magari leggendola tutta un senso ci si può anche trovare (ci sono un po' tutti i temi ricorrenti di Ligabue: la morte, il senso di inadeguatezza, ecc.).
x Matteo: non ho mai sostenuto il contrario, io. forse non ci siamo capiti.

Luciano Ligabue ha detto...

Sono un incapace e un imbecille!

 
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