Proprio quando cominciavo a pensare che tutto sommato il mio famoso stage non fosse niente di eccezionale, ecco che succede qualcosa di sorprendente. Una serie di fortuite coincidenze (il treno da prendere e il lavoro spostato al venerdì mattina) fanno sì che io mi trovi nel momento giusto al posto giusto per fare una di quelle esperienze che forse capitano una volta sola nella vita.
Ero seduta al mio computer ad aggiornare il sito della Fiera di Francoforte (fiera del libro molto importante che si terrà tra qualche mese, ndr), quando sento Marco dire: "Chiara, c'è Moretti per te!". Chiara va incontro al signor Moretti. Dalla mia postazione non vedo ancora l'ospite, ma non avevo dato nessuna importanza alla cosa, dato il via vai che c'è ogni giorno in ufficio.
Rimango inebetita per almeno cinque minuti quando scopro che Moretti è quel Moretti. Giovanni, detto Nanni. Dopo i vari baci e abbracci con la Chiara di cui sopra (la quale, molto probabilmente, lavorerà con lui nella stesura di una sceneggiatura!), quest'ultima fa un veloce giro di presentazioni: nomi e cognomi di tutti i dipendenti e loro mansioni. Arrivata a me, dice "Valeria, la nostra stagista". Mi alzo e allungo la mano che lui stringe in modo molto energico. Riesco a bofonchiare solo: "Valeria, piacere di conoscerla", dopodiché rimango muta. Non sapevo bene come comportarmi, lì sembrava che fosse per tutti una cosa normale avere Moretti a pochi passi e perciò mi sono adeguata ai loro standard. Non me lo sono filato di striscio e ho continuato a fare quello che stavo facendo prima che lui arrivasse. Sennonché, dopo qualche minuto, Moretti mi rivolge una domanda, la prima di una lunga serie, come scoprirò alla fine. Un vero e proprio interrogatorio.
"Tu, Valeria, quanti anni hai? Studi?"
"Io? 22 anni. Studio Scienze politiche, relazioni internazionali"
Lui: "E come ci sei arrivata qui?"
Io: "Alla fiera del libro di Roma, della piccola e media editoria, ho lasciato qualche curriculum e solo N. mi ha chiamata per un colloquio..."
Lui: "Eh... và così il mondo oggi"
Chiara interviene dicendo "Sì, ma digli dove studi!"
Io: "Alla Luiss"
Lui: "Ah... E costa molto?"
Io: "Beh sì, abbastanza"
Lui: "Tuo padre e tua madre che lavoro fanno?"
Io: "Mio padre è farmacista, mia madre logopedista"
Lui: "A Terracina?"
Io: "Mia madre sì, mio padre lavora in un paesino in provincia di Roma, Riofreddo..."
Lui: "E fa avanti e indietro?"
Io: "No, torna solo nel week-end"
Chiara: "Sì, ma digli della tua tesi!"
Io: "Beh la prossima sarà sulla tutela internazionale dei diritti umani"
Chiara: "No, l'altra..."
Io: "La precedente è stata sui sistemi elettorali, una tesi comparata tra Spagna e Italia"
Lui annuisce.
I due continuano a parlare tra loro e con gli altri, lasciandomi al mio lavoro. Mi stupisco di tutto quell'interessamento, non me lo so spiegare. Ma poi vedo che fa domande anche agli altri, quindi alla fine penso che sia proprio nel suo carattere interessarsi delle persone, forse cerca spunti da inserire in qualche suo nuovo film, chissà...
Dopo una mezz'oretta di chiacchiere, indica me e un'altra ragazza dicendo: "Queste due sono le uniche che lavorano!" (Ecco, diciamolo! penso io). Fa per andarsene e torna a stringere la mano a tutti. Quando arriva il mio turno, ecco che parte un'altra domanda:
"Allora cosa vuoi fare da grande?"
Io: "Beh vorrei provare con la carriera diplomatica..."
E tutt'intorno a me si leva un coro di voci che commenta la mia ultima uscita...
Beh, insomma, niente male, direi. Mia madre, che è una che si fa mille film in testa (altro che Moretti!), ha detto che sicuramente gli sono piaciuta e che mi scritturerà per il suo prossimo film. Io sono stata contenta di aver potuto rivalutare un personaggio che tutti giudicano orso. Inoltre ha una voce normale, e non quella voce nasale un po' femminea che gli è valsa un sacco di sfottò. Ed è un gran bell'uomo! E gira in Vespa per Roma, proprio come in Caro diario.